di Stefano Levati
«È fuor di dubbio che una buona azienda negli eserciti prepara la vittoria, assicura le conquiste, mantiene l’ordine e genera l’economia. Considerata sotto tutti i rispetti, essa è di una grande importanza; i talenti militari non bastano da sé per conservare le conquiste, le quali si perdono quando non siano appoggiate da una giusta e illuminata amministrazione e per ciò voglionsi buone leggi ed esecutori istrutti ed integerrimi».
A partire da queste considerazioni, espresse da Alessandro Zanoli, ex segretario generale del Ministero della guerra e della marina del napoleonico Regno d’Italia, e sulla scorta delle più recenti acquisizioni della storiografia «militare», il volume ripercorre l’evoluzione istituzionale e amministrativa degli organismi che sovrintesero all’articolato meccanismo organizzativo della guerra, e che permisero la realizzazione, praticamente dal nulla, di un esercito di quasi 80.000 uomini.
A tal fine l’autore non solo ricostruisce le modalità di assegnazione dei servizi, i tempi, i modi e la durata delle gare d’appalto e cerca di valutarne l’efficacia e i limiti, ma esamina anche la provenienza, le esperienze pregresse e le condizioni in cui operarono i commissari di guerra, protagonisti spesso anonimi dell’epopea napoleonica, ma fondamentale trait d’union tra il Ministero della guerra e le truppe sparse sul territorio. Inoltre cerca di valutare la rilevanza che la realizzazione di un numeroso esercito ebbe sul piano delle opportunità d’investimento e sull’economia lombarda, e quindi di comprendere da dove provenissero i capitali necessari a sostenere tale operazione, quali fossero gli ambiti produttivi, oltre che mercantili, che vennero maggiormente coinvolti dalla domanda bellica e infine quali conseguenze ebbe tale domanda sul versante degli sviluppi della «tecnologia produttiva».
INDICE DEL VOLUME
Introduzione. L’italico esercito napoleonico tra memorialistica e storiografia
Parte Prima. Stato, esercito e approvviggionamenti
1. I difficili inizi: disservizi e malversazioni durante le Repubbliche Cisalpine
1.1. La prima Repubblica Cisalpina
1.2. La seconda Repubblica Cisalpina
2. La Repubblica italiana e l’opera «militare» di Francesco Melzi
2.1. L’organizzazione dell’esercito: laboratorio di credibilità politica
2.2. I primi impegnativi interventi
2.3. Il processo alla Compagnia Borsi-Romagnoli: una vicenda esemplare
2.4. Il Consiglio d’amministrazione della guerra
2.5. Qualche considerazione sull’esperienza melziana
3. Il Regno d’Italia
3.1. La svolta di Eugenio e il ministero Caffarelli (marzo 1806-31 gennaio 1810)
3.2. Il ministero Fontanelli (1811-1813) e i «nuovi» criteri di amministrazione del militare
3.3. La situazione dei servizi logistici nel 1810-1813
3.4. Un sistema in crisi: 1813-1814
Parte Seconda. Gli uomini dello Stato
4. I commissari di guerra
4.1. La Repubblica Cisalpina e il profilo normativo
4.2. Il profilo operativo tra Seconda Repubblica Cisalpina e Repubblica Italiana (1800-1805): incarichi, funzioni e soldo
4.3. Il Regno d’Italia: limiti ed evoluzione del sistema commissariale
4.4. I commissari di guerra dell’esercito italiano: un profilo socio-professionale
4.5. Le opportunità di carriera nell’esercito
4.6. … e dopo la guerra
Parte terza. Gli uomini degli affari: esercito, imprenditori e processi produttivi
5. La ricaduta economica e gli appaltatori
5.1. Guerra e sviluppi economico nella storiografia
5.2. I bilanci dello Stato: incidenza ed evoluzione delle spese militari
5.3. Le voci di spesa
5.4. L’espansione della domanda pubblica (diretta e indiretta)
6. Compagnie, imprese e appaltatori
6.1. La composizione delle compagnie e gli apporti di capitale
6.2. Il giro d’affari e i profitti
6.3. Appaltatori, sicurtà e procuratori: gli uomini d’affari milanesi e il controllo del sistema degli appalti
6.4. Necessità belliche e progressi tecnologico-produttivi
Indice dei nomi