Convegno CEPOC 2015: “La società e il territorio: il controllo attraverso fiduciari” (Gargnano BS, 20-21 Novembre)

Il convegno CEPOC di quest’anno, organizzato assieme al dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Milano e al dipartimento di Studi Umanistici dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, avrà come argomento:

La società e il territorio: il controllo attraverso fiduciari

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L’incontro si terrà nell’incantevole sede di Palazzo Feltrinelli, a Gargnano, sul lago di Garda, venerdì e sabato 20-21 novembre 2015.

La storiografia su polizia e controllo del territorio da qualche anno sta focalizzando la propria attenzione sulle concrete modalità attraverso le quali, nelle diverse epoche, lo stato, le comunità, la società civile cercavano di fronteggiare le minacce interne e rendere effettivo il controllo del rispettivo territorio.
Lo studio delle polizie, in tutte le possibili forme organizzative, è ovviamente al centro di questa riflessione. Tuttavia una delle forme di difesa più significative è certamente quella che vede per protagonista la stessa società civile, attraverso modalità consuetudinarie di intervento. La storiografia si è spesso interessata a queste forme di difesa, ma quasi esclusivamente con riferimento agli aspetti che più sono accostabili all’organizzazione di difese militari o para-militari: faccio riferimento alle milizie in tutte le loro forme, a presidi, strutture d’avvistamento, controlli confinari e sanitari, alle mobilitazioni più o meno organizzate al suono delle campane a martello e così via. Molto ai margini, invece, è rimasto lo studio delle numerosissime figure, presenti ovunque e in ogni epoca, cui erano demandate specifiche operazioni di controllo, vuoi per garantire la sicurezza dei traffici, vuoi per combattere la delinquenza, vuoi per garantire dai contagi, vuoi per disciplinare l’attività agricola, la navigazione e via di seguito.
Tra tutte le storiografie, senza dubbio quella che da sempre si è mostrata più attenta a questi aspetti di minuto controllo del territorio, sino a rivendicarne una sorta di specificità del proprio ordinamento e della propria organizzazione sociale, è quella anglosassone, in particolare britannica. In anni recenti, in primo luogo negli studi di Joan R. Kent e di Michael J. Braddick, si è voluto vedere nella progressiva istituzionalizzazione di figure consuetudinarie del genere (constables, churchwardens, overseers ecc.) un percorso peculiare di costruzione dello stato e dei suoi apparati. In realtà tutto il territorio europeo era attraversato da modelli analoghi di controllo del territorio, tramite funzioni e figure espresse dalla società civile e progressivamente, secondo modalità e tempi diversi da caso a caso e da paese a paese, oggetto di istituzionalizzazione e di assorbimento all’interno di quella che oggi chiameremmo funzione pubblica. Per caratterizzare queste figure, spesso a metà strada tra pubblico e privato, tra riconoscimento giuridico e mera consuetudine, si è utilizzato il termine di “fiduciari”, cercando con questo termine generico di offrire plasticità alla caratterizzazione di soggetti che operavano per conto di un ente, ma con livelli variabili ed elastici di dipendenza da questo.
Scopo dell’incontro di studi è appunto indagare, dal medioevo all’età contemporanea, tali figure, analizzando i compiti svolti e le modalità di assorbimento, o meno, nell’ambito di strutture istituzionali locali o più complesse.

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Society and territory: enhancing control by trustees

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The conference will be held in the charming Palazzo Feltrinelli in Gargnano, on Lake Garda, from Friday 20 to Saturday 21 November 2015.

In recent years, the scholarship on police and territorial control has been focusing on the concrete ways by which, in different ages, state, communities and civil society tried to deal with internal threats and to enhance an effective territorial control.

The study of the police, in all possible forms of organization, is obviously at the heart of this reflection. One of the most significant forms of defence is certainly the one managed by civil society herself, through customary methods of intervention. Historiography has often shown interest in these forms of defence, but almost exclusively paid attention to the aspects that bear some resemblance to military or para-military organization. I think of the militias in all their forms, of garrisons, sight points, border force and sanitary controls but also of mobilization roughly organized to the sound of church bells and so on. On the other hand, the numerous figures present everywhere and at all times, which were delegated specific control operations (to ensure traffic safety, to fight crime, to prevent infection spreading, to regulate farming, navigation and so on) have been considered marginal ones.

In the English-speaking world, and particularly in Britain, historians have instead paid great attention to these small-scale aspects of territorial control, partly to assert the specific character of the English national and social organization, in particular Joan R. Kent and Michael J. Braddick. In recent years, the progressive institutionalization of customary figures such as constables, churchwardens, overseers etc. has been interpreted as a peculiar path of construction of state and of its apparatus. In Continental Europe as well, though, similar models of territorial control were widespread and they were managed by functions and figures coming from the civil society. Gradually, in ways which varied from case to case and according to different time spans in each country, these functions and figures were institutionalized and became part of what we now call ‘civil service’. To define these figures, often half-way between public and private, between legal recognition and mere custom, we used the term “trustee”, to try and give the sense of the manifold features and of the functions performed by individuals who worked on behalf of an institution, at varying and flexible levels of dependence on it.

The aim of the conference is to study these figures from the Middle Ages to the Modern Era by analysing the tasks they performed and the ways in which they were absorbed by local or more complex institutional structures.